“5… 4… 3… 2… 1… 0… Aquila è decollato… Buon volo Aquila…”

3.000.000kg si sollevano lentamente dalla base di Cape Kennedy

e 4 giorni, 13 h, 24’, 48” dopo Neil Amstrong pronunciò

Thats one small step for man, one giant leap for mankind

(da «NASA Apollo11-transcript-technical»)

«0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21,…» la sequenza di Leonardo Pisano detto Fibonacci (1170 ÷ 1242)

«0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9» numerazione decimale

«0, 1» numerazione binaria

«0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7» numerazione ottale

«0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, A, B, C, D, E, F» numerazione esadecimale

0 = origine coordinate

senza lo «0» (ZERO) tutto questo e tanto altro non sarebbe stato possibile e non sarebbe possibile.

Lo ZERO nasce in Mesopotamia ad opera dei babilonesi che probabilmente lo avevano ereditato dagli Egizi ma i primi impieghi come “numero” risalgono a Claudius Ptolemaeus (100 d.C. ÷ 175 d.C) mentre dall’altra parte dell’oceano i Maya fecero la medesima considerazione II secolo d.C. ÷ IV secolo d.C.; i Maya avevano una numerazione a base 20 e lo «0» era indicato da una conchiglia vuota. Si deve quindi tornare al di qua e spostarsi a Est per giungere in India dove nel periodo VI secolo d.C. ÷ VII secolo d.C. trasformarono la numerazione da sessagesimale a decimale.

Alcune caratteristiche dello 0 (zero):

(n= qualunque numero sai positivo che negativo)

0/n = 0

n/0 = ∞

0*n = 0

n0 = 1

√0 = 0

Il punto zero del nostro Universo è l’infinitesima parte del tempo in cui si è verificato il Big Bang 13,7 * 109 anni fa

Lo «0» si può considerare il più importante dei numeri, quello da cui tutto ha origine a partire dalla nostra Vita

Francesco Bordoni